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Lavorare in PwC: pro e contro dell’esperienza

lavorare in pwc

Se il tuo obiettivo è capire meglio cosa significhi lavorare in PwC, sei nel posto giusto.

Come avrai avuto modo di leggere, PricewaterhouseCoopers (PwC) fa parte insieme a Deloitte, Ernst & Young e Kpmg delle Big Four, le quattro grandi società internazionali di consulenza fiscale, tributaria e legale.

Stiamo parlando di un network che vanta oltre 5.800 dipendenti in Italia, impegnati non solo nei servizi che abbiamo appena citato, ma anche nell’ambito della consulenza strategica, in operazioni di fusione e acquisizione, sicurezza informatica, Transformation Management e gestione delle Operations.  

Sono dati interessanti, certo, ma non soddisfano la tua curiosità. Tu sei qui per capire la realtà che si nasconde dietro un annuncio di lavoro, la vita che ti attende se deciderai di entrare in questa enorme società.

Cerchiamo di fare chiarezza.

Il colloquio

Già in fase di selezione avrai un primo assaggio dell’azienda, capirai immediatamente che lavorare in Pwc non significa certo entrare in una piccola impresa a conduzione familiare.

Ricordo ancora il colloquio di gruppo ed il primo incontro con le risorse umane, step imprescindibili per neolaureati e profili junior. Il numero di candidati era molto elevato, c’erano in gioco davvero tante posizioni aperte.

Superati i primi scogli, tra cui il test logico-matematico e la prova d’inglese, avremmo avuto la possibilità di incontrare singolarmente i manager dei potenziali team, per poi fare una chiacchierata con un Partner.

Questo segmento del processo era in comune con i profili più senior, quindi nel caso tu abbia esperienza preparati ad incontrare diversi capi progetto.

La giornata con le HR andò bene, mi convocarono per un colloquio dopo una settimana.

L’esperienza fu piacevole, mi trovai davanti una persona cordiale ed intelligente che tentò di capire se le attività del suo gruppo potessero fare al caso mio. Scelsi, come sempre, la via della sincerità e lui optò per presentarmi ad un altro manager.

Non me lo disse chiaramente, mi congedò con un sorriso, ma fui chiamato dopo qualche giorno per fissare un nuovo appuntamento.

Incontrai un personaggio diverso, ma altrettanto stimolante, che per farmi capire la situazione disse subito: «hai davanti un patito della consulenza».

La motivazione è sempre alla base dell’esito positivo di un colloquio. Il tuo interesse verso il lavoro deve essere reale, o i tuoi futuri capi se ne accorgeranno. Quindi, ve vuoi davvero lavorare in PwC, raccogli informazioni sul campo in cui vorrebbero inserirti e mostrati curioso e intraprendente.

Il cloud e la pubblica amministrazione non erano in grado di accendere la mia passione appena uscito dall’università. Il processo di selezione si interruppe. Ma cosa ci sarebbe stato ad attendermi se fossi entrato?

L’ho chiesto a chi invece è stato, ed è ancora, un dipendente di PwC.

Lavorare in PwC: gli aspetti negativi

Se non ami le sfide e il lavoro di squadra, PwC non è il posto giusto. I progetti richiedono spesso un impegno sopra la media e difficilmente sarai da solo a portare avanti le attività.

Un team ha degli equilibri, esiste una gerarchia, non aspettarti indipendenza totale nel breve termine.

Come spesso accade in consulenza, lavorare in PwC implica buone probabilità di perdere l’equilibrio tra lavoro e vita privata, restando in ufficio molto più del dovuto senza veder ricompensati gli straordinari.

La formazione esiste, ma potrebbe essere diversa da quella che immagini. I colleghi di grado superiore avranno un’agenda fitta e poco tempo da dedicarti. Dovrai sfruttare al massimo qualsiasi occasione di condivisione delle conoscenze.

Un altro aspetto che vale la pena esplicitare, tipico della Big Four, è relativo alla durata di alcuni progetti, che può protrarsi per anni facendo nascere la sensazione di essere in trappola.

Dopo molti mesi arriverai a rimpiangere il brivido della novità ed il disagio provato nelle fasi iniziali dell’avventura.  

Ma allora cosa rendeva quel manager così entusiasta da definirsi “un patito della consulenza”? Potresti capirlo nel prossimo paragrafo.

Lavorare in PwC: gli aspetti positivi

Avrai da subito un’opportunità importante, ovvero viaggiare e conoscere aziende molto diverse tra loro.

Lavorare in PwC comporta un coinvolgimento nei settori più disparati, oltre all’interazione con persone che ricoprono ottime posizioni in alcune delle principali compagnie italiane ed estere.

Dovrai però guadagnarti la possibilità di poter parlare con un membro del top management della società cliente, sarà un premio al tuo impegno.

Comincerai a capire l’importanza di avere un buon network e lavorare in PwC ti darà sicuramente l’opportunità di costruirne uno solido. Sarai quasi costretto a capire su quali colleghi o clienti puntare per avere un accesso privilegiato a risorse e informazioni.

Ben presto ti verrà affidata una responsabilità, dovrai pensare velocemente ed avrai autonomia decisionale nei tuoi sotto task. Questo farà migliorare la tua capacità di gestione, sia di te stesso che delle attività.

Con un po’ di sacrificio, il tuo approccio al lavoro sarà molto diverso da quello dei tuoi coetanei che si sono tenuti alla larga dalla consulenza. Anche la conoscenza di strumenti chiave, primo fra tutti Excel, sarà parte del tuo bagaglio.

In sintesi: crescerai in fretta se saprai tenere il passo. Oppure potrai scegliere di cambiare lavoro.

Ma quanto si guadagna?

La curiosità sullo stipendio è sicuramente una delle prime a nascere quando si presenta la prospettiva di lavorare in PwC.

Non è un tema banale, il netto in busta paga è formato da diverse componenti che differiscono in base al ruolo e all’anzianità.

Come sempre, credo sia giusto dedicare al tema un articolo a parte. Clicca qui se vuoi sapere quanto si guadagna in PwC.

Ancora una cosa: la realtà di questa società non è lontana da quella delle altre Big Four, prova a leggere ad esempio quest’articolo sul lavoro in Deloitte, troverai molte analogie. Parliamo di aziende talmente grandi da rendere impossibile capire con certezza come evolverà la tua carriera, ma per orientarti cerca di partecipare ad alcuni degli eventi di recruiting organizzati: ti farai un’idea della cultura, del team e della vita che stai per cominciare. La consulenza non è una realtà da prendere sottogamba, non è adatta a tutti e non c’è nulla di male nell’ammetterlo. Vorrei darti l’opportunità di scoprire prima cosa ti aspetta, qui ti elenco i 3 motivi per cui non dovresti lavorarci.

Se hai lavorato, o lavori, in PwC e vuoi arricchire le informazioni presenti nell’articolo con il tuo feedback, scrivimi all’indirizzo benvenutoalavoro@gmail.com. Sarà un contributo prezioso!

P.S. Come si diventa manager a 25 anni? Qual è il segreto che ha reso Jeff Bezos l’uomo più ricco del mondo? Come si costruisce l’unico strumento in grado di garantirti un aumento esponenziale dello stipendio?

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Valerio Principessa

Ingegnere dell’informazione, laureato in Ingegneria gestionale. Tra consulenza ed azienda, ha alle spalle esperienze in 5 settori diversi: Automotive, Banking, Gaming, Pharma e Tobacco. 

Ha creato Benvenuto a lavoro nel 2018.

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