La verità sul colloquio di gruppo
Ricordo come fosse ieri il giorno del mio primo colloquio di gruppo. Era il 20 giugno 2014, un venerdì d’estate nell’anno dei Mondiali, la sera l’Italia avrebbe giocato contro la Costa Rica ed io, alle prime luci dell’alba, ero già in stazione pronto a prendere il treno per Ancona.
Una settimana prima avevo ricevuto l’invito a presentarmi in una nota azienda farmaceutica alle 10:00. Il costo del treno non sarebbe stato rimborsato, tantomeno quello del taxi da prendere alla stazione, difficilmente sarei tornato in tempo per vedere la partita e la posizione offerta non era per niente allettante. Una mezza fregatura, vero? Eppure, dopo un paio di giorni di riflessione, avevo deciso di partire.
Quella che a prima vista poteva sembrare una perdita di tempo, era in realtà un’ottima opportunità. Non ero ancora laureato, ma sapevo che da lì a qualche mese avrei affrontato diversi processi di selezione; quel piccolo sacrificio poteva fare la differenza in termini di esperienza guadagnata, ed in effetti fu così.
Con questo estratto della mia vita non voglio convincerti a prendere più treni possibile prima che arrivi la chiamata della società dei tuoi sogni, vorrei solo che tu non sottovalutassi il colloquio di gruppo, perché per quanto possa sembrare facile, nasconde delle insidie. Ma andiamo nel concreto
Che cos’è il colloquio di gruppo?
Nella maggior parte dei casi, quando si deve selezionare una risorsa junior, il colloquio di gruppo è il primo step del processo. I ragazzi vengono fatti sedere attorno a un tavolo, davanti hanno qualche foglio, una penna e un cartellino con il proprio nome.
Dopo aver compilato un modulo con i dati anagrafici e l’esperienza universitaria, ogni candidato risolve individualmente dei test che puntano a valutare le capacità di ragionamento logico-matematico e la personalità. Tutto si conclude in un’ora, nella fase successiva è il momento di interagire.
Il colloquio di gruppo prevede in genere un problema da risolvere, illustrato dall’intervistatore dell’azienda e descritto su carta. I ragazzi hanno a disposizione un tempo limitato per concordare una soluzione ed eleggere un portavoce, che racconterà il processo di scelta e i razionali utilizzati.
Una volta, durante un processo di selezione in una delle Big Four, il caso prevedeva l’organizzazione di una fuga da un’isola deserta. Sulla spiaggia c’erano diversi elementi a disposizione e insieme bisognava progettare il modo di sopravvivere in mare, il mezzo che ci avrebbe portato in salvo, la quantità di provviste.
Un altro tipo di prova consiste nel pescare dei fogli da una cesta, contenenti il ruolo che dovrai assumere nella discussione e l’obiettivo del tuo personaggio, che non deve essere condiviso. Ognuno metterà sul tavolo il suo pezzo d’informazione, e l’unico modo per arrivare alla soluzione sarà utilizzare gli indizi di tutti.
Ecco un esempio. Il tuo paese dovrà ospitare una mostra ed è necessario organizzare vari aspetti. Dato un certo budget, si dovranno per prima cosa selezionare gli eventi. I temi sono fissi, ad esempio dovrà esserci almeno un evento innovativo ed uno che valorizzi la storia del paese, ma per ogni categoria ci sono più opzioni, ognuna con il proprio costo. L’obiettivo è scegliere rispettando i vincoli e motivando le decisioni prese. Se il ruolo scritto sul tuo foglio è quello del sindaco, dovrai far sì che partecipi più gente possibile e quindi spingerai per selezionare eventi mainstream, se sei il possessore di una certa tecnologia, dovrai convincere gli altri che tra gli eventi innovativi non può mancare il tuo.
Attenzione, non esiste di solito un’unica soluzione al quesito, oserei dire che ottenere una risposta non è nemmeno l’obiettivo primario di chi vi sta ascoltando.
Quali aspetti valutano gli intervistatori?
Nel colloquio di gruppo viene valutata la capacità di lavorare in team. Sì, lo so, hai scritto sul curriculum che sei un mago del lavoro di squadra, ma come te l’hanno scritto anche gli altri. È il momento di capire se è vero.
Le risorse umane prendono nota dei comportamenti di tutti. Inevitabilmente emergerà un leader che guiderà la discussione, ci sarà il suo antagonista, il ragazzo che terrà conto del tempo, chi prenderà appunti, chi farà da mediatore e chi resterà in disparte.
Difficilmente ricoprirai lo stesso ruolo in ogni colloquio di gruppo, dovrai adattarti alla situazione e questo non è un male: il team ha bisogno di tutti.
Ci sono solo due vesti che non dovresti mai indossare: il polemico e l’asociale.
Il polemico si fossilizza sulla soluzione che per lui è ottima, non ascolta il parere degli altri e punta a farsi dare ragione. Questo è l’errore più grande che puoi commettere, nessuno vorrebbe lavorare con un dittatore. Verrai scartato.
L’asociale invece non si espone, osserva gli altri mentre discutono, resta sempre nella sua zona di comfort. Non è l’atteggiamento giusto, le persone delle risorse umane dovranno tenerne conto, ma a differenza del polemico potresti avere un’altra opportunità se il tuo curriculum è brillante. Partirai comunque svantaggiato, cerca di non restare ai margini.
Contribuisci alla discussione, alimentala, non devi essere per forza tu a guidarla, potresti ad esempio sbloccare una situazione di stallo con un suggerimento, o cercare un compromesso tra due fuochi.
Se ti rendi conto che la soluzione per cui fai il tifo non viene accolta dal gruppo, fatti da parte, non offenderti, non ostacolare gli altri e non cercare di importi.
Qual è lo step successivo?
In base all’ora, le possibilità sono due.
Se il colloquio di gruppo è terminato in prossimità del pranzo, verranno comunicati gli slot per i colloqui individuali del pomeriggio. Già in questa fase ci saranno i primi scartati, e vedrai il polemico andare via ancora più polemico.
Se invece si arriva a metà mattina, anche quelli che hanno performato peggio potrebbero essere ascoltati individualmente. Non illuderti, il polemico sarà scartato lo stesso.
Nei colloqui 1vs1 ricordati di stupire il tuo interlocutore e occhio alle 3 domande fondamentali da sottoporgli.
Ti do ragione, è un processo estenuante. Dovrai abituarti, perché il colloquio di gruppo è uno standard del settore, lo troverai sempre nei primi anni di carriera, ma con l’esperienza imparerai a non temerlo.
Ricorda:
1 – intervieni in maniera incisiva e solo quando puoi dare contributi concreti
2 – mostra la tua capacità di ascoltare
3 – non isolarti
Ancora una cosa: il modo in cui ti relazioni dice molto sulla tua intelligenza. Non sottovalutare le situazioni che ti ho descritto, a volte per una sciocchezza potresti perdere una grande opportunità. Il colloquio di gruppo condizionerà le interviste individuali, e in ultima analisi, la tua carriera.
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Valerio Principessa
Ingegnere dell’informazione, laureato in Ingegneria gestionale. Tra consulenza ed azienda, ha alle spalle esperienze in 5 settori diversi: Automotive, Banking, Gaming, Pharma e Tobacco.
Ha creato Benvenuto a lavoro nel 2018.