Steve Jobs, Mark Zuckerberg e l’abitudine di camminare

Un uomo con l'abitudine di camminare in montagna

Se ti dicessi che da tre anni a questa parte ho preso l’abitudine di camminare almeno 20 minuti in pausa pranzo, e che dovresti farlo anche tu, potresti benissimo rispondere: «Sei pazzo? Ma chi me lo fa fare?».

In fondo ti capisco, in giro è pieno di gente che pretende di insegnare i segreti della vita ed io non voglio passare per l’ennesimo Guru del web, per questo proverò a convincerti usando persone un pizzico più autorevoli di me.

La prima volta in cui Steve Jobs propose a Walter Isaacson di scrivere la sua biografia, il risultato fu un “no” abbastanza deciso.

Se il personaggio fosse stato un altro, un uomo diverso da quel ragazzo di San Francisco in grado di rivoluzionare i settori più disparati dell’economia, dal computer al cinema, dalla musica all’editoria, la storia sarebbe finita lì, perché l’America è piena di scrittori di talento e qualcuno disposto a raccontare la vita del cofondatore di Apple sarebbe spuntato senza fatica.

Invece si trattava di Steve, e aveva scelto Walter. Così, dopo l’ennesima telefonata, l’ex amministratore delegato della CNN e caporedattore del Time cedette, sentendosi dire, con una punta d’amarezza: «Dobbiamo fare in fretta, non credo mi resti molto tempo».

Dopo quaranta colloqui personali con Jobs, e più di cento interviste a familiari, amici, rivali e colleghi, il cuore del libro era pronto: la storia di un imprenditore geniale e feroce, un racconto della nostra epoca, il ritratto degli uomini che insieme a lui hanno cambiato il mondo. Semplicemente “Steve Jobs” di Walter Isaacson.

Tra le cose che più m’hanno colpito della biografia, c’è un vezzo del protagonista: l’abitudine di camminare. Jobs camminava per pensare, per risolvere problemi, per discutere con i colleghi. Faceva lunghe passeggiate, da solo o in compagnia, spesso a piedi nudi.

Perché? Non serve essere un genio rivoluzionario per rispondere. L’aiutava a riflettere, e a giudicare dai risultati doveva essere efficace. La scienza ci dice che una camminata quotidiana contribuisce alla perdita di peso, migliora la circolazione, previene l’obesità.

I ricercatori della Stanford University hanno poi confermato che il movimento esalta l’attività del cervello, rendendolo in grado di elaborare idee e pensieri in maniera diversa rispetto a quando siamo seduti alla scrivania.

Personalmente, c’è un aspetto più importante rispetto di quelli appena visti che ti invito a considerare: lo stress.

Che sia a causa del lavoro, o della vita privata, tutti abbiamo i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni, e spesso ci frullano in testa di continuo distraendoci dalla cose importanti, fino a farci sentire depressi. Ecco, l’abitudine di camminare può aiutarti a risolvere anche questo problema.

Durante un periodo in cui mi domandavo come sconfiggere la rabbia, ho scoperto Thích Nhất Hạnh e il suo “Spegni il fuoco della rabbia”.

Tra le tecniche descritte ce n’è una che ho reso parte della mia routine: la meditazione camminata. Puoi coniugare queste due attività, camminata e meditazione, semplicemente controllando il passo e il respiro, “sentendo” il terreno sotto i tuoi piedi e l’ambiente che ti circonda.

Bastano pochi minuti al giorno, ma i benefici sono sorprendenti. Non lasciare che il lavoro inquini la tua mente.

Il momento giusto per camminare

Se fai un lavoro d’ufficio, se sei un consulente sul pezzo per 14 ore al giorno, o un dipendente d’azienda con mille altri impegni, non disperare. Puoi portare avanti tutte le attività di questo mondo e introdurre allo stesso tempo un’abitudine che ti cambierà la vita. Quando? Hai tre opportunità.

La mattina. Se puoi, raggiungi il tuo luogo di lavoro a piedi, inizierai la giornata in maniera sana e sarai più produttivo. Se ti sposti in auto, o con i mezzi, fai in modo di percorrere l’ultima parte del tragitto con le tue gambe.

La sera. Cammina appena uscito dal lavoro, ti aiuterà a lasciare le preoccupazioni alle spalle e a goderti il tempo libero, che non devi assolutamente rovinare. Quattro passi all’aria aperta ti faranno dimenticare perché ce l’avevi così tanto con il capo, o perché t’eri promesso di farla pagare al tuo collega dopo l’ultima riunione.

La scelta migliore, la pausa pranzo. Una camminata a metà giornata è l’ideale per riconciliarti con il mondo. Affronterai il pomeriggio in maniera completamente diversa, non sarai appesantito dai carboidrati a cui non sai rinunciare, non ti verrà sonno davanti al pc, non sarai schiacciato dalla pressione che è lì in ufficio ad aspettarti.

Chiaramente Steve Jobs non è stato il solo a godere dei benefici dell’abitudine di camminare. Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, ama intervistare potenziali dipendenti camminando nei boschi; il CEO di Google, Sundar Pichai, passeggia per trovare la concentrazione ed iniziare a pensare; Jeff Weiner, CEO di Linkedin, cammina per discutere con i colleghi, perché elimina le distrazioni; Richard Branson, il fondatore del Virgin Group, sfida se stesso a risolvere problemi nello spazio di una camminata.

Se il tuo capo si comporta in maniera diversa, pensi sia rilevante?

Ancora una cosa: in Italia l’abitudine di camminare non è diffusa, non stupirti se sarai il solo a farlo in pausa pranzo. Ricordati che l’italiano medio prende in giro chi non fuma. Costruisci la tua personalità, trova il coraggio di essere diverso e soprattutto prendi esempio da chi stimi. Vedrai che le persone intelligenti, una volta capito come mai improvvisamente hai preso a camminare, verranno a fare quattro passi insieme a te.

P.S. Come si diventa manager a 25 anni? Qual è il segreto che ha reso Jeff Bezos l’uomo più ricco del mondo? Come si costruisce l’unico strumento in grado di garantirti un aumento esponenziale dello stipendio?

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Valerio Principessa

Ingegnere dell’informazione, laureato in Ingegneria gestionale. Tra consulenza ed azienda, ha alle spalle esperienze in 5 settori diversi: Automotive, Banking, Gaming, Pharma e Tobacco. 

Ha creato Benvenuto a lavoro nel 2018.

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