Work–life balance

Perché dovresti leggere “La casa del tè”

Più che un romanzo, La casa del tè è un’anomalia, una deviazione dalla regola generale o da ciò che gli addetti ai lavori – gli editori in questo caso – considerano “la normalità”.

Le stranezze riscontrate sono principalmente due. La prima è che a scrivere il romanzo è stato un ingegnere. La seconda invece riguarda il contenuto. Dopo aver letto La casa del tè, dicono, ti resta dentro qualcosa che va oltre la storia. L’hanno definito “un romanzo da cui imparare”.

Riporto il giudizio degli altri perché il mio non sarebbe oggettivo. Di questo romanzo anomalo, infatti, sono io l’autore, e nel resto dell’articolo proverò a spiegarti come un libro in apparenza slegato dal tuo lavoro possa in realtà esserti d’aiuto.

Inizio rispondendo ad una delle domande che mi sono state poste più di frequente: perché hai scritto La casa del tè se hai già un lavoro ottimo?

Nel caso tu abbia letto Da zero a 3.000 euro al mese, forse lo sai già, ma repetita iuvant. Scrivere per me è serious leisure, un’attività che garantisce distacco dalle preoccupazioni, recupero dalle tensioni lavorative e che preserva la mia capacità di pensare.

Sono l’unico al mondo a farlo? No. Ad adottare la serious leisure perspective sono anche Bill Gates, Warren Buffett, Jeff Bezos e tanti altri CEO di successo. Anche tu, ne sono certo, hai la tua isola felice in cui cerchi ogni giorno riparo.

Ma veniamo al punto: perché dovresti leggere La casa del tè?

Nonostante Feltrinelli, l’editore, sia di per sé garanzia di qualità, provo ad andare un po’ più a fondo.   

La casa del tè ha una particolarità

Quando ho ascoltato i primi giudizi sul romanzo, non sono rimasto così sorpreso. Ho riflettuto a lungo sul miglior modo per inserire ne La casa del tè nozioni che potessero essere utili anche nella vita reale, e non è stato facile raggiungere il risultato.

Volevo stimolare il lettore il più possibile, portarlo a riflettere e ad usare attivamente il pensiero.

Leggere aumenta le connessioni sinaptiche, rinforza quelle esistenti, fa letteralmente crescere il cervello. Col mio romanzo ho cercato far leva proprio su questo beneficio.

Un altro dei tratti distintivi dell’opera è quello relativo al linguaggio. Gabriel, il protagonista, è un cacciatore di parole. Ne colleziona tantissime, in tutte le lingue del mondo. Tanti, dopo aver letto La casa del tè, mi hanno scritto di aver ampliato il proprio vocabolario e di essere rimasti colpiti da culture che non conoscevano (quella giapponese su tutte).

Apprendere parole nuove significa fornire più strumenti al pensiero, e quindi al linguaggio. Un buon libro ti aiuta quindi a ragionare ed esprimerti meglio.  

Non serve che sia io a spiegare come le aree menzionate possano avere impatti positivi sul tuo lavoro. I benefici ad ogni modo non sono finiti qui.

L’importanza del tema trattato ne La casa del tè

La casa del tè è un romanzo di formazione. Il protagonista cresce nel corso della storia, sperimenta situazioni e stati d’animo diversi, incontra personaggi distanti dal suo modo di intendere la vita. L’introspezione ed il confronto col mondo sono onnipresenti.

Qual è l’utilità di questo aspetto? La risposta la fornisce l’Università di Harvard. Chi legge e si lascia trasportare da emozioni e stati d’animo altrui sviluppa empatia, riesce ad avere una mente più elastica e ad interpretare meglio le espressioni facciali nella vita reale.

L’empatia è uno dei pilastri dell’intelligenza emotiva, che a sua volta è una delle chiavi del tuo successo lavorativo. Saper risolvere un problema è importante, ma saper comunicare con la persona giusta al momento giusto, o comprendere come si sente chi ti sta vicino, è ancora più importante.

Ulteriori benefici

L’Università del Sussex ha dimostrato come leggere un libro in silenzio per poco più di cinque minuti rallenti la frequenza cardiaca, riduca la tensione muscolare e abbassi i livelli di stress.

L’università di Toronto invece ha pubblicato una ricerca che evidenzia come chi ha appena letto un romanzo pensi con meno rigidità e riesca a gestire meglio l’incertezza.

Potrei citare anche i benefici per la memoria, per la capacità di concentrarsi, o per la qualità del sonno, ma sono certo che li conosci già. Sono proprietà che appartengono a tutti i libri.

Ciò non significa tuttavia che una storia valga l’altra.  

La casa del tè, nel bene o nel male, è un’opera che non ti lascerà indifferente; porterai con te qualcosa, e ti sarà d’aiuto.

Se non leggi un romanzo da tanto, come spesso succede quando si studia o si lavora troppo, dagli un’opportunità. Se invece divori libri, troverai una storia diversa dalle tante che hai già incontrato.

Ancora una cosa: forse, in un mondo in cui la perfezione è diventata un dovere e la prigione dei social ci spinge a non mostrare debolezza, La casa del tè è davvero una variabile impazzita. Tra i suoi messaggi c’è infatti l’accettazione delle nostre irregolarità, di ciò che semplicemente siamo. Leggere questo romanzo ti porterà più vicino alla tua essenza e più lontano dalle immagini tossiche di smartphone e pc.   

Trovi il libro qui, oppure in libreria.

Buona lettura,

Valerio Principessa

P.S. Sarei davvero felice di sapere cosa pensi del libro. Se ti va, scrivimi all’indirizzo benvenutoalavoro@gmail.com oppure su Instagram (Valerio Principessa, vita_di_pri)

 

Valerio Principessa

Ingegnere dell’informazione, laureato in Ingegneria gestionale. Tra consulenza ed azienda, ha alle spalle esperienze in 5 settori diversi: Automotive, Banking, Gaming, Pharma e Tobacco. 

Ha creato Benvenuto a lavoro nel 2018.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *