Come avere successo a lavoro: Errori e Disagio
Mi piace riflettere molto sui casi di successo a lavoro e nelle vita. A volte mi trovo ad analizzare alcuni profili e l’unica cosa che mi viene in mente è che si tratti di individui geneticamente modificati.
Possibile che esistano persone con il mio stesso DNA, ma dotate di un talento così grande da far sembrare facile qualsiasi traguardo?
È possibile, senza dubbio, e il fatto che raggiungano ogni volta obiettivi più grandi è per me fonte inesauribile di ispirazione.
Cosa c’è dietro? Me lo chiedo spesso, perché la maggior parte dei casi di successo a lavoro non riguarda persone di un’altra categoria, con le quali è impossibile competere.
Ammettiamolo, esistono i cavalli di razza, quelli con una marcia in più, che capiscono prima, hanno l’intuizione giusta, ed arrivano in cima mentre noi abbiamo appena iniziato a salire le scale.
La buona notizia è che sono la minoranza, mentre il numero di persone di successo a lavoro è decisamente più elevato.
Anche i mortali possono farcela, senza formule magiche o ricette segrete, ma con una buona base che si traduce in due caratteristiche:
- Capacità di imparare dagli errori
- Resistenza al dolore
La formula del successo a lavoro
Quante volte hai sbagliato nella tua vita? Se sei come me, tante.
Nel processo di crescita è inevitabile, le piccole sconfitte quotidiane sono lì per mostrarci la strada sbagliata e per ribadire al nostro ego che non siamo invincibili.
Il primo passo è mettere da parte l’orgoglio, ammettere l’errore e poi analizzarlo, per non ripeterlo una seconda volta.
Il passo in più, la vera abitudine che cambierà la tua vita, è invece imparare dagli errori degli altri.
Apri gli occhi, osserva chi ha successo a lavoro, studia il suo percorso e se ne hai l’opportunità fagli domande:
- Tornando indietro, c’è qualcosa che non rifaresti?
- Qual è la lezione più grande che hai imparato da un fallimento?
Se il tuo obiettivo è avere successo a lavoro, questo approccio ti metterà sulla strada giusta, ma c’è un altro aspetto da considerare: la lunghezza del percorso.
Qui entra in gioco la resistenza al dolore.
Se riesci a tollerare il disagio che comporta una nuova esperienza, se sei disposto a mettere in discussione le tue capacità, crescerai. E lo farai ad un ritmo davvero elevato.
Sembra facile, vero? Ma c’è un effetto collaterale: sbagliare fa male. Come nel pugilato, bisogna imparare a ricevere i colpi. Incassare, resistere, e colpire al momento giusto.
Sta a te scegliere, puoi imparare dai tuoi errori oppure lasciarti abbattere, puoi vivere nella tua zona di comfort o metterti in gioco risolvendo problemi. Puoi avere successo a lavoro, o sopravvivere.
Ancora una cosa: un malessere temporaneo, in nome di un traguardo raggiungibile, è un costo sopportabile. Se eviti il disagio, eviti la crescita. Prima lo accetti, meglio è.
P.S. Come si diventa manager a 25 anni? Qual è il segreto che ha reso Jeff Bezos l’uomo più ricco del mondo? Come si costruisce l’unico strumento in grado di garantirti un aumento esponenziale dello stipendio?
Le risposte a queste, e ad altre domande, le trovi iscrivendoti alla nostra newsletter. Clicca qui, inserisci la tua email, e inizia a costruire il tuo vantaggio competitivo.
Puoi scriverci anche all’indirizzo benvenutoalavoro@gmail.com

Valerio Principessa
Ingegnere dell’informazione, laureato in Ingegneria gestionale. Tra consulenza ed azienda, ha alle spalle esperienze in 5 settori diversi: Automotive, Banking, Gaming, Pharma e Tobacco.
Ha creato Benvenuto a lavoro nel 2018.