Strategie di crescita

Risolvere problemi che non hai causato tu

Un dipendente intento a risolvere problemi

A prima vista il titolo di quest’articolo potrebbe sembrare strano, forse ti stai chiedendo perché mai dovresti assumerti l’onere di risolvere problemi che non hai causato tu?

Fai già abbastanza fatica a rimediare agli errori di cui sei responsabile. Ti mancano solo altre rogne!

La tua è un’osservazione giusta, chiariamo subito una cosa: in questo mondo egoista, nessuno si aspetta che tu risolva questioni che non ti riguardano in prima persona. Sei salvo, ma prova a leggere il resto, giusto per curiosità.

Chissà quante volte, a scuola, o nello sport, ti sarà capitato di svolgere un’attività di gruppo…e fare una figuraccia.

Quando il tuo team non è arrivato primo, o ha fornito una prestazione sotto la media, cosa hai pensato?

A meno di un tuo errore clamoroso, ti sarai detto: «Non è colpa mia». È normale, è un meccanismo di autodifesa, e a prescindere dal risultato l’importante è uscirne con la coscienza pulita. Corretto?

Sì, se il tuo obiettivo è essere semplicemente uno del team, un buon giocatore. Se invece vuoi essere il capitano, devi caricarti la squadra sulle spalle e risolvere problemi di cui non sei responsabile.

Risolvere problemi a lavoro

Intorno a te ci sono persone in grado di svolgere la propria mansione in maniera perfetta, grazie al talento e all’esperienza.

Semplicemente eseguono quello che gli viene chiesto, sanno risolvere problemi in un certo ambito, e spesso ricoprono lo stesso ruolo per una carriera intera.

Se mai qualcosa andasse storto, nessuno si sognerebbe di incolpare un dipendente che ha sempre raggiunto i suoi obiettivi individuali.

Per chi aspira a diventare un leader, il responsabile del team, o vuole essere promosso, il ragionamento deve essere diverso.

Anche se in fase di analisi di un risultato negativo emergesse la tua completa estraneità, dovrai assumerti la responsabilità di risolvere la questione.

Tutti amiamo le persone che ci tolgono dai guai, e i nostri capi non aspettano altro che scaricare un po’ di grattacapi.

L’unico modo di avere successo nel tuo settore è risolvere i problemi che ti circondano: falli sparire, assicurati di intraprendere le azioni giuste affinché non si ripetano, e vedrai che la tua reputazione salirà alle stelle

Se ti occupi di questioni non strettamente legate tra loro, allenerai anche la flessibilità, un altro asset fondamentale per il tuo sviluppo. 

Inizia dalle piccole criticità e non aver paura di affrontare i problemi che mettono a disagio, quelli più grandi, che nessuno ha il coraggio di toccare.

Naturalmente il tuo atteggiamento deve essere premiato, nel lungo termine sarebbe stupido farsi carico di oneri maggiori a parità di stipendio e di benefit, ma nel breve termine è l’unica strategia di crescita possibile.

Ancora una cosa: la differenza tra una carriera stellare ed una mediocre comporta profonde differenze nel modo di pensare. Prima smetterai di dire “non è colpa mia”, prima inizierai a risolvere problemi, prima avrai successo.

P.S. Come si diventa manager a 25 anni? Qual è il segreto che ha reso Jeff Bezos l’uomo più ricco del mondo? Come si costruisce l’unico strumento in grado di garantirti un aumento esponenziale dello stipendio?

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Valerio Principessa

Ingegnere dell’informazione, laureato in Ingegneria gestionale. Tra consulenza ed azienda, ha alle spalle esperienze in 5 settori diversi: Automotive, Banking, Gaming, Pharma e Tobacco. 

Ha creato Benvenuto a lavoro nel 2018.

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