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Chi ha paura della consulenza?

In consulenza si risolvono problemi come Winston Wolf

Che relazione c’è tra Winston Wolf e la consulenza? Provo a spiegartelo.

Pulp Fiction non ha bisogno di presentazioni. John Travolta, Samuel L. Jackson, Bruce Willis, Uma Thurman, un cast stellare costato ben 5 milioni di dollari degli 8 totali spesi per realizzare il film. Un discreto investimento, che ha fruttato negli anni più di 200 milioni di dollari di incassi. Non male.

Colpisce il fatto che Quentin Tarantino abbia scritto alcuni ruoli su misura, scegliendo gli attori per poi cucirgli addosso la parte. Fu così ad esempio per Samuel L. Jackson, che interpretò Jules Winnfield, e per il mio preferito: Harvey Keitel, Mr. Wolf.

Nonostante il minutaggio ridotto, Mr. Wolf è diventato un personaggio cult. Elegante, glaciale, capace di usare la logica anche quando tutto sembra perso. 9 minuti e 37 secondi dopo essere stato chiamato da Marcellus, è già pronto a tutto.

The Wolf: You’re… Jimmie, right? This is your house?

Jimmie: Sure is.

The Wolf: I’m Winston Wolf. I solve problems.

“Sono Winston Wolf, risolvo problemi“. Fantastico.

La prima volta in cui ho letto “Six Simple Rules: How to Manage Complexity Without Getting Complicated” di Yves Morieux e Peter Tollman, due Senior Partner di The Boston Consulting Group, ho pensato che sarebbe stato bello risolvere problemi anche nella vita di tutti i giorni.

Nel libro è descritto un approccio che consente alle organizzazioni di affrontare la complessità per acquisire vantaggi competitivi, seguendo appena 6 semplici regole. Stavo scrivendo la tesi e per la prima volta entravo in contatto con il mondo della consulenza strategica.

Non tutti seguono il mio percorso. C’è chi scopre McKinsey, BCG, Bain & Company o le Big Four durante le giornate organizzate dall’università, alcuni scelgono “Consulenza aziendale” come indirizzo di studi, altri ricevono un invito per un colloquio il giorno dopo la laurea senza sapere con chi andranno a parlare.

Se in un modo o nell’altro stai cominciando la tua carriera sulla direzione della consulenza, è bene sapere in anticipo cosa ti aspetta.

Vince chi è più preparato

Partiamo dal colloquio. Difficilmente ad inizio carriera ti troverai ad affrontare prove più difficili di quelle richieste per entrare in consulenza, specialmente se la strategia è il tuo punto fisso. A volte non riuscirai nemmeno ad arrivare ad essere intervistato, perché dal tuo Curriculum non emergono le caratteristiche “giuste”.

Sei bravo con i numeri? Come te la cavi con i calcoli a mente? Quanto sei veloce? Per le posizioni junior il primo passo è un test per valutare le tue capacità quantitative e di problem solving; in media lo passa solo il 10% dei candidati.

I fortunati che accedono al secondo step affrontano una serie di interviste face-to-face, in cui si trovano a risolvere un caso aziendale (business case).

Quanto vale il mercato degli orologi in Italia? Vale la pena per l’azienda X acquistare l’azienda Y? Quante palline da golf servono per riempire un Boeing? Chi è seduto dall’altra parte del tavolo si aspetta una risposta sensata e tu sei quello che deve fornirla.

Essere intelligente non basta. Verrà valutato il tuo personal impact, ovvero la capacità di dare una buona prima impressione e di instaurare relazioni positive quando interagisci, saranno discusse le tue doti di leadership, l’energia, l’ambizione, la motivazione.

Quest’ultima, fidati, ti servirà. Se non sei convinto al 100% di voler fare consulenza strategica valuta altri percorsi, o soffrirai a livello mentale e fisico.

Generalmente per ogni round di selezione arrivano in fondo 4 o 5 candidati. L’ultimo step prima della discussione dell’offerta è un colloquio con un partner dell’azienda o una risorsa più senior di quelle che hai incontrato in precedenza.

Di nuovo business case, di nuovo personal impact, leadership, sangue freddo, resistenza allo stress.

Ne rimarrà soltanto uno.

Impossibile passare? Tutt’altro! Vince chi è più preparato, nonostante le tue doti naturali siano importanti, lo studio e l’allenamento possono battere il talento. Non lasciare niente al caso e pianifica la tua preparazione.

Questo grado di apparente inaccessibilità non caratterizza tutte le aziende, ma qualsiasi percorso di selezione in consulenza è una versione più o meno soft di quanto hai letto fino ad ora.

Nelle fasi iniziali alcune società potrebbero affiancare ai test scritti anche i colloqui di gruppo, per valutare le dinamiche di interazione, oppure potrebbero trasformare l’ultimo colloquio in una semplice chiacchierata con il vincitore.

Generalmente la “durezza” diminuisce man mano che la mansione da ricoprire si allontana dalla strategia pura, ma questo non significa che un colloquio per una posizione in Operation sia facile.

Preparati come se dovessi entrare nella società più importante del settore, e non avrai sorprese.

Una volta dentro hai due possibilità. Scoprire il lavoro dei tuoi sogni o rimpiangere il giorno in cui sei entrato, come avrai fatto più volte durante gli anni dell’università.

Capirai il significato reale di flessibilità, il mito dell’orario 9-18, la pressione di una scadenza, il lavoro nel weekend, le notti passate al pc o l’alba in stazione mentre aspetti il treno delle 06:00.

Vedrai cadere sotto il peso dello stress persone che credevi invincibili.

Ma c’è un altro lato della medaglia. Troverai colleghi con un’intelligenza superiore alla media e un’esperienza invidiabile, da cui dovrai rubare tutto il mestiere possibile.

Sarai costretto a mettere in moto il cervello, ti verranno chieste cose che non sai fare e che nessuno ha tempo di insegnarti, imparerai ad usare excel e power point meglio del tuo smartphone e questo, credimi, ti darà un vantaggio notevole.

Crescerai senza rendertene conto, ad un ritmo che non immaginavi.

Diffidate dalle imitazioni

La consulenza, quella vera, è una palestra meravigliosa. Avrai tempo per capire se la tua vita proseguirà sullo stesso binario, inizia a lavorare con questo spirito positivo.

Cosa? Hai un amico che ha lavorato in consulenza e ti ha detto che è tutto uno schifo? Ti ha raccontato di essere stato abbandonato da un cliente a svolgere mansioni routinarie, o che “l’azienda X assume porci e cani per tappare i buchi”?

Ha ragione, può succedere. Ma non è la regola.

Pretendi dal tuo datore di lavoro un ambiente stimolante, raccogli feedback sui riconoscimenti che hanno avuto i colleghi più esperti, non subire le decisioni dei tuoi capi, ma cerca di comprendere i razionali che ci sono dietro.

Fallo sempre con umiltà, gli arroganti non piacciono a nessuno.

E se non vedi via d’uscita, CAMBIA! Non perdere l’opportunità di acquisire un vantaggio prezioso che ti accompagnerà per il resto della tua carriera. Se hai lavorato in consulenza si vede.

Questo non significa che in azienda ci siano persone meno intelligenti, anzi. Prova a fare un giro in Procter & Gamble, o in Ferrari, e poi ne riparliamo.

Rimane il dato di fatto che certi ritmi siano una peculiarità della consulenza, e nella maggior parte delle aziende la tua crescita sarà diversa.

Ancora una cosa: non sei al mondo con l’obiettivo di soffrire. Si può diventare ricchi, o essere felici, anche senza passare da McKinsey. Ma il gioco vale la candela, provare per credere. E se vuoi approfondire leggi anche i 3 motivi per cui non dovresti lavorare in consulenza.

P.S. Come si diventa manager a 25 anni? Qual è il segreto che ha reso Jeff Bezos l’uomo più ricco del mondo? Come si costruisce l’unico strumento in grado di garantirti un aumento esponenziale dello stipendio?

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Valerio Principessa

Ingegnere dell’informazione, laureato in Ingegneria gestionale. Tra consulenza ed azienda, ha alle spalle esperienze in 5 settori diversi: Automotive, Banking, Gaming, Pharma e Tobacco. 

Ha creato Benvenuto a lavoro nel 2018.

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