Direzione e vettore: come scegliere il lavoro giusto
Stai per finire l’università, ti manca davvero poco e già da qualche tempo hai cominciato a pensare a come scegliere il lavoro giusto. Sul desktop spunta quel file Word che hai chiamato “Curriculum vitae” e più lo guardi più ti rendi conto che a parte studiare non sai fare niente.
Forse hai già finito il tuo percorso di studi, o vuoi lasciarti alle spalle la prima, deludente, esperienza lavorativa, sei arrivato in fondo a qualche processo di selezione ed è giunto il momento di decidere quale proposta accettare.
In ogni caso la domanda a cui vorresti rispondere è: come faccio a scegliere il lavoro giusto per me?
Avrai sentito mille volte quella storia della moneta da lanciare in aria quando ti trovi davanti a due decisioni. La tua reazione davanti all’esito dovrebbe rivelarti quello in cui speravi, e quindi la strada giusta da intraprendere. Se pensi che testa o croce sia un buon modo per indirizzare la tua carriera e il tuo futuro, smetti pure di leggere, buona fortuna!
Se invece non credi nel caso, ecco un buon metodo che potrebbe aiutarti. Ho deciso di usarlo dopo il clamoroso fallimento del mio primo stage in consulenza, prendendo in prestito qualche concetto dalla geometria.
Il primo passo, il più difficile, è scegliere la direzione, la retta nello spazio su cui ti muoverai. Lascia stare per il momento il punto d’arrivo, pensa semplicemente al binario che intendi percorrere. Tanto per essere chiari, una carriera in azienda ed una in consulenza seguono direzioni diverse, sei tu che devi scegliere, non lasciare che sia il mercato a scegliere per te.
Il secondo passo è costruire un vettore sulla direzione che hai scelto. Parliamo di un segmento orientato caratterizzato da un’intensità e da un verso.
Il verso è quasi scontato, dovrebbe essere quello del tuo sviluppo professionale, devi imparare il più possibile ed è questo il momento perfetto per farlo.
L’intensità dipende da te. Quanto in fretta vuoi crescere? Puoi farlo lentamente, ma con costanza, oppure partire a razzo e poi rallentare. L’intensità ti aiuterà a scegliere la società per cui lavorare.
Hai letto bene: devi essere tu a scegliere dove passare tutti i giorni 8 o 12 ore della tua vita.
Stabilita la direzione, e costruito il vettore, hai già un’ottima base per prendere decisioni consapevoli. Puoi costruire un curriculum mirato, scrivere una lettera di presentazione che non sembri copiata da internet, fare le domande opportune al prossimo colloquio, discutere un’offerta senza paura. In sintesi, hai tutto quello che ti serve per scegliere il lavoro giusto.
A questo punto la domanda legittima è questa: “belle parole, ma in pratica come faccio?”
La mia esperienza
Il professore a cui chiesi la tesi mi consigliò di non fare uno stage in azienda, ma di costruire uno strumento leggendo libri e documenti. Avrei dovuto strutturare un questionario in grado di misurare la complessità aziendale e di ridurla con strategie ad hoc.
Anche altri docenti mi dissero: «Avrai tempo per lavorare ed essere sottopagato», così mi lasciai convincere senza troppa resistenza. Il lavoro un po’ mi spaventava.
Non mi sento di definire una tesi come la mia meno utile rispetto ad un’esperienza diretta in azienda, ma c’è un aspetto da tenere in considerazione: lo stage per scrivere la tesi ti permette di sbagliare senza pagare le conseguenze a livello di curriculum.
È più difficile spiegare ad un colloquio come mai, nella tua prima esperienza post laurea, non sei stato confermato dopo il periodo di prova per aver fatto errori da principiante; tieni a mente questo concetto: fail fast.
Sbaglia prima che puoi, e correggiti.
Il risultato della mie decisioni mi portò sulla direzione della consulenza strategica. Teoricamente era un mondo affascinante, e si sarebbe rivelato davvero così, ma con qualche effetto collaterale. Il frutto dell’impreparazione fu un clamoroso fallimento.
Qualche mese dopo, conscio del fatto che la prima esperienza era giunta al capolinea, ho deciso di applicare il metodo descritto sopra per scegliere il lavoro giusto.
Avevo preso la direzione corretta? Sì, avrei proseguito in consulenza, con il vantaggio di aver già sbagliato tutto quello che c’era da sbagliare (o quasi).
E il vettore? Quello l’avevo toppato di grosso. Non sono tagliato per le partenze a razzo, sono uno che emerge alla distanza e quindi ho scelto uno sviluppo lento e costante, con l’obiettivo di provare un grande salto entro due anni.
Ancor prima della fine dello stage, avevo firmato un nuovo contratto, questa volta con consapevolezza.
L’efficacia del metodo migliora con l’aiuto di chi ha più esperienza di te.
Ascolta i consigli delle persone che stimi, non aver paura di chiedere aiuto, lascia a casa i pregiudizi.
Dopo aver raccolto tutti i feedback dall’ambiente esterno, ordinali, prendi quelli che pensi possano esserti utili e mettiti subito in cammino sulla TUA direzione.
Se vuoi altri elementi concreti che ti aiutino a scegliere il lavoro giusto, leggi questi due articoli:
Ancora una cosa: non aver paura di sbagliare, sarai sempre in tempo per correggere il tiro strada facendo, per cambiare lavoro, o per cambiare vita.
P.S. Come si diventa manager a 25 anni? Qual è il segreto che ha reso Jeff Bezos l’uomo più ricco del mondo? Come si costruisce l’unico strumento in grado di garantirti un aumento esponenziale dello stipendio?
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Valerio Principessa
Ingegnere dell’informazione, laureato in Ingegneria gestionale. Tra consulenza ed azienda, ha alle spalle esperienze in 5 settori diversi: Automotive, Banking, Gaming, Pharma e Tobacco.
Ha creato Benvenuto a lavoro nel 2018.