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Lo stipendio di un laureato all’estero

stipendio di un laureato all’estero

La prima volta in cui ho scoperto lo stipendio di un laureato all’estero, sono rimasto sorpreso.

Parlavo con una collega francese, fresca di laurea a Parigi, che stava partecipando ad un programma di scambio messo in atto tra la mia e la sua società di consulenza.

«In Francia, uno come te, guadagnerebbe il doppio» mi disse.

All’epoca il mio stipendio era di circa 1.400 euro al mese.

Cavolo, pensai, se le cifre sono queste, se lo stipendio di un laureato all’estero è davvero così alto, forse dovrei pensare di lasciare casa mia.

Quanti ragazzi conoscete che a poco più di un anno dalla fine degli studi percepiscono un salario vicino ai 3.000 euro?

Pochi scommetto. La maggior parte non ne conosce nessuno.

Il motivo per cui un neolaureato su tre, tra quelli che decidono di lasciare il Bel Paese, compra un biglietto di sola andata, non è certo un mistero.

Dicono che le retribuzioni oltreconfine superino del 61% quelle erogate in patria.

Ma è davvero così?

Ci sono molti fattori da tenere in considerazione, come la pressione fiscale e il costo della vita, e spesso molti articoli lasciano di proposito in secondo piano aspetti importanti della vita di chi emigra.

Per capire quale fosse il vero stipendio di un laureato all’estero, ho deciso quindi di chiedere al mio network di cervelli in fuga.

La realtà sullo stipendio di un laureato all’estero

L’abbiamo già detto, un consulente con un paio d’anni d’esperienza in Francia può avere una retribuzione di quasi tremila euro al mese.

Parliamo di una società di consulenza nella media, e non delle Big Three. In McKinsey, Boston Consulting Group e Bain la cifra può persino essere più alta.

Da Stoccarda un’altra ex collega mi invitava a valutare un trasferimento in Germania, perché le aziende tedesche erano a caccia di ingegneri italiani.

Neanche a dirlo, lo stipendio base era il doppio di quello che percepivo a Roma.

Come viene remunerato un ragazzo italiano che vuole approdare in un’azienda di Parigi?

Il salario mensile di base, con un’esperienza biennale alle spalle, può essere tranquillamente di 2.500 euro.

Considerando la media dei titoli di studio e dei vari paesi europei, i dati ci dicono che a cinque anni dalla fine degli studi lo stipendio di un laureato all’estero è di circa 2.266 euro, contro i 1.407 euro percepiti in Italia.

La classifica dei paesi che pagano di più

La società di consulenza Willis Towers Watson colloca la Svizzera al primo posto in Europa tra le nazioni che offrono i migliori compensi a chi entra nel mercato del lavoro.

Un neolaureato può ambire addirittura a 80.000 euro lordi l’anno.

La Danimarca è al secondo posto, con 52.000 euro, poi Norvegia (50.000) e Germania (46.000).

E l’Italia?

Siamo al tredicesimo posto, con meno di 29.000 euro lordi l’anno.

Se vi state affacciando ora al mondo del lavoro, avrete tempo per capire che 29.000 euro, al primo impiego, non li offre quasi nessuna società.

Se avete a cuore l’argomento, del vero stipendio di un neolaureato in Italia ho scritto qui.

Partire o non partire?

Conoscere lo stipendio di un laureato all’estero è il primo passo per iniziare a ragionare su una possibile partenza.

La qualità della vita è un equilibrio di molteplici variabili. Il denaro è solo una delle tante.

La classifica delle nazioni migliori in cui lavorare varia a seconda del peso che ognuno di noi attribuisce alle diverse componenti.

Se oltre allo stipendio mensile considerassimo ad esempio i giorni di sole, il clima ed il cibo, la nostra nazione sarebbe ai vertici.

In sostanza, non esiste una risposta definitiva alla domanda se convenga o meno essere un cervello in fuga.

L’unica certezza è che partire costituisce un’esperienza il cui valore non può essere limitato alla sfera monetaria.

Ti aspetta molto altro, al di là della paura.

Ancora una cosa: lo stipendio di un laureato all’estero varia a seconda della particolare tipologia di impiego, dell’età e dell’esperienza. I numeri che hai letto sono utili come riferimento per orientare la tua decisione, usali insieme ad altre variabili personali e non farti spaventare dall’incertezza. Come scriveva Luis Sepùlveda, vola solo chi osa farlo.

P.S. Come si diventa manager a 25 anni? Qual è il segreto che ha reso Jeff Bezos l’uomo più ricco del mondo? Come si costruisce l’unico strumento in grado di garantirti un aumento esponenziale dello stipendio?

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Valerio Principessa

Ingegnere dell’informazione, laureato in Ingegneria gestionale. Tra consulenza ed azienda, ha alle spalle esperienze in 5 settori diversi: Automotive, Banking, Gaming, Pharma e Tobacco. 

Ha creato Benvenuto a lavoro nel 2018.

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